Corto Dorico 2024: assegnato il premio promosso da CGS e UCCA

La XXI edizione del festival “Corto Dorico” di Ancona ha proposto un cartellone sempre più ricco, toccando ogni settore del cinema: dal lungometraggio al cinema breve, dall’industry all’esplorazione delle eccellenze del territorio, dalla sperimentazione al racconto documentario, con la formazione di un pubblico sempre più preparato e attento. Insomma, un Festival capace di attivare sempre più collaborazioni nazionali e internazionali, sempre più diffuso nelle città delle Marche e sempre più attento ai giovani, che come ogni anno ha visto la collaborazione del CGS Dorico di Ancona e del Coordinamento territoriale CGS delle Marche.

Nell’ambito di questa manifestazione, l’associazione nazionale CGS, in collaborazione con UCCA (Unione Circoli Cinematografici ARCI) e con il contributo del Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema, ha promosso per il terzo anno consecutivo il premio “Salto in Lungo – Cantiere Cinema”, che è stato assegnato al film “Io e il Secco” di Gianluca Santoni, con la seguente motivazione:

“Per aver raccontato una vicenda relativa ad una tematica dolente ben conosciuta in una modalità originale: il punto di vista prevalente è quello dell’infanzia, rappresentato da “Denni con la i”, che subisce il clima di violenza familiare e lo rielabora, cercando una soluzione a favore della madre. La macchina da presa è spesso ad altezza di bambino e ritrae luoghi indefiniti, abbandonati, anche “brutti”, che diventano “magici”, grazie all’immaginazione poetica tipica dei fanciulli, visibile nella diffusa leggera comicità e nel tocco surreale dei superpoteri di Denni. I personaggi hanno reso credibile la vicenda, riuscendo a far immedesimare gli spettatori senza appesantirla con toni troppo tragici; infatti l’attenzione si concentra principalmente sui rapporti umani e i problemi relazionali incontrati dai protagonisti nelle loro vite. Il ritmo scorrevole della sceneggiatura rende avvincente la storia del percorso di formazione che i due protagonisti attraversano insieme, accomunati dall’esperienza della “mancanza” di qualcosa, di cui la piscina senz’acqua diventa simbolo: mancanza del calore familiare, dell’inclusione sociale, dello spirito paterno e di protezione verso i più deboli”.

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