Lo scorso 3 giugno, alcuni bambini del Piccolo Coro “Non Siamo Angeli” del CGS Don Bosco di Selargius (CA), accompagnati dalle loro famiglie e dal direttore Luca Arras, hanno partecipato alla manifestazione musicale “Corinfesta”, organizzata dal Coro Arcobaleno di Limana, piccolo centro delle Prealpi bellunesi. Al palasport di Longarone, 500 bambini, provenienti da 29 cori da tutta Italia e facenti parte della Galassia dell’Antoniano di Bologna, non solo hanno ricordato le vittime di questa immane tragedia, ma hanno anche cantato e celebrato la resilienza, come ha detto il sindaco di Longarone che li ha accolti: “Oggi non deve prevalere un sentimento di tristezza. Questi bambini ci invitano a guardare al futuro, alla rinascita di un’intera comunità che ha saputo reagire e ricostruire tutto da zero nonostante la distruzione e la perdita di vite umane”.
La sera del 9 ottobre 1963, una imponente frana “annunciata” si stacca dal monte Toc, piombando con una velocità di 90 km/h nel bacino artificiale formatosi con la costruzione della diga del Vajont, sviluppando un’energia pari a 2 bombe atomiche di Hiroshima e sollevando un’onda alta 250 metri, capace di oltrepassare lo sbarramento della diga, e si dirige a grande velocità lungo la valle del Piave, investendo e radendo al suolo il paese di Longarone. Si conteranno quasi 2000 vittime, alcune mai più ritrovate, 487 delle quali erano bambini con meno di 15 anni.
Tra le canzoni proposte dal maxicoro “Corinfesta”, costituitosi per l’occasione, sono stati eseguiti i brani “Tre colori”, dedicato al significato del nostro tricolore: il verde dei monti e delle pianure, il bianco della neve e della pace, il rosso della passione e dell’energia.;”La pace si può”, accompagnata dallo striscione decorato con le firme di tutti i coristi e lo slogan “I bambini ripudiano la guerra”; “Tutto in equilibrio”: acqua e terra donano vita e ci proteggono come una madre ma si ribellano quando l’uomo rompe l’equilibrio della natura; “Il mistero della musica”: unisce, consola, guarisce, colora, non ha bocca ma comunica… questo è il mistero della musica!
I bambini dei cori hanno accettato di assumersi l’impegno di essere “ambasciatori dell’acqua”, ossia impegnarsi nella vita di tutti i giorni a risparmiare e tutelare questo bene così prezioso; inoltre, sono stati protagonisti di un’opera di solidarietà: la raccolta di fondi per la costruzione di un pozzo in Uganda. Uno dei momenti più significativi della manifestazione, secondo Leonardo, 13 anni, è stato proprio il collegamento in videochiamata con un villaggio ugandese in cui la gente non ha tutt’ora accesso all’acqua potabile, con un’emozionante scambio di saluti tra i bambini italiani e i loro coetanei africani.
Altro momento particolarmente toccante, in un palasport commosso e in piedi, è stato quando la tromba della fanfara dei bersaglieri ha intonato il “Silenzio”, mentre ogni corista teneva in alto un foglio con il nome di un bambino che ha perso la vita nella tragedia del Vajont, rendendo onore alle piccole vittime innocenti “portandole a cantare con noi” dice Rachele, 12 anni, perché i bambini sono sempre i primi a pagare per gli interessi degli adulti.
Il piccolo coro, rientrato a Selargius, si è già incontrato per la consueta sessione di prove settimanali in vista del concerto finale che sancirà la fine di questo anno corale. Appuntamento poi a settembre anche con i nuovi bambini che volessero entrare a far parte del coro e cominciare una nuova entusiasmante avventura nella musica.