In occasione della Settimana del Creato (28 settembre – 4 ottobre 2023), la Pastorale Sociale della diocesi di Caserta si è adoperata per aprire nuovamente al pubblico il “misterioso” MACRICO (MAgazzino Centrale RImessa mezzi COrazzati). Un tempo era una zona militare privata, con alte mura cinte di filo spinato; ora, invece, è stato ribattezzato da mons. Pietro Lagnese “Campo Laudato Si”, all’insegna dell’omonima enciclica di Papa Francesco. Dopo anni, questo ampio polmone verde è finalmente restituito a tutta la comunità casertana, in nome della pace e della giustizia.
Come annunciare, dunque, a tutti i cittadini della provincia che gli si prospetta un dono così grande e bello? Nasce così l’idea del Festival Laudato Si. Per tutta la durata della Settimana del Creato, il “Campo Laudato Si” ha ospitato tante personalità che testimoniassero la cura del pianeta attraverso quella per il prossimo: dal cardinale Matteo Zuppi, presidente della CEI, a Mamadou Kouassi, alla cui storia è ispirato il film di Matteo Garrone “Io Capitano”; da Stefano Ciafani, Presidente Nazionale di Legambiente, allo scrittore e sceneggiatore Maurizio Di Giovanni.
Il CGS Ubuntu non poteva mancare ad un momento di festa così importante per Caserta. Dunque, in collaborazione con la Pastorale Giovanile, ha cercato un modo per spronare i giovani a festeggiare e a prendersi cura di questa nuova “casa comune”. E quale modo migliore di una caccia al tesoro? Questo progetto ha avuto come proposito l’idea di fare gioco di squadra: non solo tra i ragazzi, ma soprattutto tra gli animatori, perché ciò che si condivide ha sempre un sapore speciale. Infatti, si è creata ancora una volta una squadra vincente senza etichette, eccetto una: “Giovani per i giovani”. Dopotutto cos’è il Creato? Un insieme di tante cose diverse che, unite, compongono una meravigliosa sinfonia. Allora, immaginatevi circa quaranta animatori con dei percorsi totalmente diversi (CGS Ubuntu, Salesiani, Azione Cattolica, ANSPI, Pastorale per i Disabili ecc.), che però uniscono le forze in nome dell’amore. Da matti. Riunione dopo riunione ci si è scoperti sempre più simili e molto meno diversi da quello che ci si aspettava.
L’evento, tenutosi domenica 1 ottobre, ha coinvolto all’incirca 130 ragazzi di Caserta e provincia, dai quattordici anni in su. L’attenzione che è stata data all’alternarsi delle squadre, agli indizi e ai percorsi scelti è stata meticolosa. Divisi in sette squadre, i ragazzi avevano il compito di cercare, nell’arco della giornata, un tesoro “spezzettato” per le strade della città, partendo dalla parrocchia di S. Antonio di Padova. La caccia è stata concepita in sette tappe, attraverso cui ripercorrere i sette giorni della Creazione, con un focus particolare sul primo capitolo della Genesi. Sebbene sia sempre stato considerato una favoletta banalizzata al catechismo e a cui, crescendo, si smette di credere, il racconto della Creazione ci riguarda molto più da vicino, come ricorda don Fabio Rosini nel libro “L’arte di ricominciare”, da cui sono state tratte le riflessioni presentate nelle tappe.
Ad ogni giorno è stato abbinato un gioco che rispecchiasse i temi scelti: dalla staffetta per solcare il mare alla ricerca delle uova, dagli enigmi nei confini della terra al ballo della canzone “Pollo day”, chiudendo il tutto con lo scarabeo umano. Il coinvolgimento delle realtà locali nelle tappe è stato fondamentale, come ad esempio di New Hope, attività commerciale a Caserta che ricicla ritagli di stoffa da scartare e gestito da un gruppo di donne, che si occupa dell’integrazione nella società di giovani madri immigrate. E ancora, al momento della pausa pranzo presso la casa salesiana di Caserta, tutti i giovani sono stati accolti da un buffet allestito dalle signore delle comunità ucraina e polacca, presenti sul territorio casertano, e dalle cooperatrici salesiane. Inoltre, è stata coinvolta anche l’associazione napoletana Puteca Celidonia (che si occupa, attraverso il teatro, di aiutare i ragazzi del rione Sanità) per intrattenere “i cacciatori” con una simpatica scenetta sul tema della legalità e dell’inquinamento.
La giornata si è chiusa poi nel nuovo “Campo Laudato Si”, dove le squadre, immerse nella natura, hanno scoperto che i pezzi del tesoro, conquistati nelle tappe, avrebbero avuto un senso solo se messi insieme a quelli degli altri partecipanti, dando vita, infine, al testo della canzone dei The Sun “Il mio miglior difetto”. Dopodiché, sulle note di questo inno alla creazione, è stato consegnato a ciascuno il testo, con dei cuori di carta biodegradabile, contenenti semini da piantare; mentre i componenti della squadra vincitrice sono stati premiati con delle piantine di peperoncino.
A coronamento di questa caccia al tesoro, i ragazzi hanno partecipato infine alla messa tenuta dal vescovo all’interno del vecchio hangar del Campo, a cui sono state invitate anche le comunità ucraina, polacca, filippina e africana. Una messa celebrata e cantata in tre lingue diverse, un invito all’unità dei popoli e alla solidarietà verso i rifugiati di guerra e i migranti, affinché ogni essere umano possa avere sempre la possibilità di scegliere se andare via o restare.
Concludendo, la cura del Creato è un argomento molto delicato da trattare, specialmente in un periodo così drammatico per il pianeta, da un punto di vista sia ecologico che sociale. Infatti, nessuno tra i presenti aveva la soluzione per i cambiamenti climatici o la formula ingegneristica per ridurre l’inquinamento dei mari, ma ognuno di noi ha cercato di portare un po’ di speranza a dei ragazzi sempre più convinti che non ci sarà un domani. Purtroppo, è comodo dire che i giovani sono il futuro del pianeta, quando nessuno si prende cura del presente in cui vivono. Il nostro augurio è che ogni partecipante della caccia al tesoro abbia portato a casa la consapevolezza che qualcosa si può sempre fare e che l’amore di Cristo è una promessa di vita, mai di morte.
Chiara Ferraro (CGS Ubuntu)