La Giuria collaterale dell’Associazione nazionale C.G.S. – Cinecircoli Giovanili Socioculturali APS, in occasione della 81^ Mostra Internazionale d’Arte cinematografica della Biennale di Venezia, assegna il Premio “Lanterna Magica” (XXVII edizione) al film
LA STORIA DEL FRANK E DELLA NINA, di Paola Randi (Orizzonti Extra)
con la seguente motivazione:
Perché viene messa in scena una storia di dolore, voglia di annullamento, senso di rivalsa e autoaffermazione narrata con una particolare “leggerezza” e freschezza. Un ‘racconto di formazione’ dove si muovono i tre protagonisti, adolescenti in fuga e, contemporaneamente, in ricerca per trovare il proprio posto nel mondo e riuscire ad affermare la propria individualità e il proprio sguardo, tentando di costruire una nuova “famiglia”, senza adulti, ma con la forza solidale di tre solitudini che si incontrano.
Numerose le scelte tecniche che rendono il racconto una favola di lotta contro la realtà: dalle scene in bianco e nero, per rappresentare lo stato emotivo dei ragazzi quando sono alle prese con la concretezza del mondo reale, a finte riprese in bassa definizione, stile vecchi VHS, per raccontarci l’intimità che condividono i nostri protagonisti, fino al full HD con effetti in CGI.
La colonna sonora, che varia il suo registro dal sacro al profano, da Vivaldi a brani di musica leggera, ben si accompagna alla scelta scenografica di muoversi in una Milano periferica e irriconoscibile, tra scheletri di palazzi abbandonati, parte demoliti e parte in costruzione, tra passato, presente e futuro incerto, esattamente come i nostri protagonisti.
Recensione del film (a cura di Irene Sandroni):
È la storia di tre ragazzi molto diversi tra loro: Frank, un carismatico affabulatore, Nina, ragazza-madre forte, schietta e decisa, e Gollum, muto dalla nascita, ma estremamente comunicativo e gentile. I tre si ritrovano ad intrecciare le loro vite per prenderle in mano e riscrivere la loro storia. In questo ‘racconto di formazione’ si muovono i tre adolescenti in fuga e, contemporaneamente, in ricerca per trovare il proprio posto nel mondo e riuscire ad autoaffermare la propria individualità e il proprio sguardo.
Numerose le scelte tecniche che rendono il racconto una favola di lotta contro la realtà: si alternano scene in bianco e nero, per rappresentare lo stato emotivo dei ragazzi quando sono alle prese con la concretezza del mondo reale, a finte riprese in bassa definizione, stile vecchi VHS, per raccontarci l’intimità che condividono i nostri protagonisti, fino al full HD con effetti in CGI.
Il narratore della vicenda, che in voice-over racconta il suo presente attraverso le vite e le parole degli altri, è proprio Gollum, il ragazzo muto, che tanto stima il suo grande amico Frank, cantastorie con un misterioso passato che è meglio scordarsi, rendendosi invisibile per “non esistere” e vivere solo di presente, come fa il Comandante (Bruno Bozzetto), nonno del Frank, malato di Alzheimer e unico alleato adulto del ragazzo. Dopotutto “LA VITA È SOLO UN PUNTO DI VISTA”, come dice il Frank, e sta al narratore decidere dove portare la propria storia. Per questo non tutto è come sembra e non tutti sono ciò che dicono di essere.
La colonna sonora, che varia il suo registro dal sacro al profano, da Vivaldi a brani di musica leggera, (anche retrò, come LA CANZONE INTELLIGENTE di Cochi e Renato), ben si accompagna alla scelta scenografica di muoversi in una Milano periferica e irriconoscibile, tra scheletri di palazzi abbandonati, mezzo demoliti e mezzo in costruzione, tra passato, presente e futuro incerto, esattamente come i nostri protagonisti.
Una storia di dolore, voglia di annullamento, senso di rivalsa e autoaffermazione narrata con una particolare “leggerezza” e freschezza, per poter urlare al mondo intero il liberatorio “FANCULO” di Gollum, perché IO ESISTO COME PARE A ME.
Da vedere fino alla fine dei titoli di coda.